mercoledì 16 maggio 2007

Marco Benni

MARCO BENNI
In un ordine caratterizzato ormai da molti anni da una scarsa partecipazione alla sua vita ed al suo sviluppo, causa ed effetto di un approccio anche culturale che li ha resi più deboli nel momento in cui si è cominciato a parlare della loro riforma, credo sia utile a chi il 31 maggio deciderà di utilizzare un poco del suo tempo per recarsi a votare per il rinnovo dell’ordine conoscere le motivazioni che hanno portato il sottoscritto ad “imbarcarsi” in questa esperienza.
Al di là della novità, sottolineo molto positiva e financo democratica, della presenza di più liste (a questo turno due) la motivazione che mi ha spinto è stata principalmente quello di tentare anche attraverso lo strumento elettorale/elettivo di suscitare una discussione ampia e partecipata sul futuro, il rinnovamento e lo sviluppo della nostra professione e su quello che gli organismi rappresentativi devono fare da domani in questa direzione.
Da domani perché credo che gli ultimi anni il mondo è cambiato, rapidamente e profondamente, mentre (al di là della preparazione dei singoli) lo strumento di rappresentanza non si è rivelato all’altezza delle esigenze della professione.
Restare fermi non ha aiutato ad esempio il coinvolgimento degli iscritti, non ha aiutato il livello qualitativo della formazione continua, non ha aiutato la percezione del lavoro del ruolo e della fatica quotidiana dei Dottori Commercialisti (per esserlo e per svolgerlo).
Basti osservare le reazioni e il danno profondo di immagine di quella specie di “voyeurismo fiscale” che i quotidiani bolognesi hanno alimentato a piene mani nelle scorse settimane.
Non ha aiutato l’accesso al mercato di tanti colleghi spesso fagocitati da strutture di consulenza dopo aver tentato l’avvio di un proprio “percorso di vita” professionale.
Ce n’è abbastanza per lavorare, tutti e soprattutto insieme, su presupposti e con uno spirito però profondamente rinnovati.