mercoledì 11 marzo 2009

Il Congresso dei Dottori Comercialisti ed Esperti Contabili al via

Al via oggi a Torino il 1° Congresso Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Protagonista la congiuntura economica e il ruolo che la categoria può ricoprire nel percorso di uscita dalla crisi.

Dopo i saluti delle autorità la parola è andata al Presidente del CNDCEC Claudio Siciliotti, che nella sua relazione programmatica ha analizzato i motivi della crisi e l'apporto, sia sul piano morale sia su quello pratico, che i dottori commercialisti possono portare quali Protagonisti del cambiamento.

Secondo l'analisi del Presidente, la crisi va affrontata sul doppio piano internazionale e locale. A livello internazionale, è innegabile la necessità di nuove regole che impediscano il proliferare dei meccanismi finanziari senza controlli "preventivi". Ma è sul piano locale che il Presidente Siciliotti propone le proprie soluzioni: con i conti italiani che fissano il debito al 110% del Pil, è necessario affrontare la crisi con realismo e responsabilità: come prima cosa, bisogna introdurre dei criteri di vera flessibilità nel lavoro (intesa come ascensore sociale che, sottolinea il Presidente, può sia salire che scendere), che aiutino il sistema produttivo e non portino invece alla sola mortificazione dei lavoratori precari.
Un secondo aspetto è dato dalla messa in discussione mondiale dei sistemi di governance e di controllo - le cui pecche sono state fattori determinanti della crisi; in questo senso, Siciliotti ha elogiato il sistema di controllo italiano affidato ai collegi sindacali, una modalità di controllo preventivo sulle scelte aziendali che sarebbe tornato grandemente utile anche nei sistemi anglosassoni.

Siciliotti ha anche criticato la validità delle norme antiriciclaggio, proponendo piuttosto un sistema premiante in base alle segnalazioni effettuate, e soprattutto il sempre attuale problema dei tempi biblici della giustizia italiana che porta con sè un costo morale e materiale inaccettabile per un paese sviluppato.

In conclusione, il Presidente ha semplificato in quattro concetti il suo intervento e il suo pensiero: merito, fiducia, etica e tolleranza.
Il merito, fondamentale passaggio del suo intervento, inteso come unico driver per realizzare una società e una economia in cui sia sempre possibile valorizzare il patrimonio di conoscenze, di professionalità e di talento di cui il nostro paese dispone. Fiducia, come sentimento senza il quale è impossibile fare ripartire l'economia. Etica, come primario bene morale che deve guidare le scelte e anteporsi tanto agli interessi personali che a quelli di categoria, guidando e anticipando anche le norme di legge. E tolleranza, ovvero la capacità di dialogo e di confronto aperto con tutti gli interlocutori, senza che le immancabili divergenze precludano la possibilità di comprendere e di accettare le opinioni contrarie.