giovedì 5 febbraio 2009

Riforma, gli Albi vanno da soli: da avvocati, notai e commercialisti niente progetto comune per il ministro Alfano

Doveva essere un documento unitario. Invece, le tre professioni giuridico-economiche - convocate per la prima volta il 28 agosto dal Guardasigilli Angelino Alfano e invitate a produrre "al più presto" proposte per l'efficienza della giustizia e per il riordino del proprio "settore" professionale - procedono in ordine sparso.

I commercialisti hanno già consegnato, il 29 gennaio, al ministro della Giustizia, il proprio documento; "un contributo - spiega il presidente Claudio Siciliotti - a favore della deflazione del contenzioso". I notai si apprestano a "inviare indicazioni e disponibilità", sottolinea il presidente Paolo Piccoli, "nei prossimi giorni".
Gli avvocati sono concentrati a sciogliere il nodo del processo disciplinare e a perfezionare l'ingresso programato alla professione. In ogni caso, dice il presidente del consiglio nazionale forense, Guido Alpa - "presenteremo un documento organico di riforma entro fine mese".

Le categorie sono divise sulle priorità per riposizionarsi, con alcune competenze, nel circuito di semplificazione della giustizia (gli ordinamenti di commercialisti e notai sono stati in gran parte già riformati), d'altra parte gli avvocati hanno anche l'urgenza di rivedere un ordinamento che risale al 1933.

Il 28 agosto, convocati i vertici istituzionali delle professioni, Alfano aveva sollecitato le tre categorie a produrre una proposta condivisa. Un contributo su cui il ministro è tornato nel suo discorso del 31 febbraio. Senza dimenticare le istanze individuali, alle professioni Alfano ha chiesto un contributo per lo snellimento della macchina giudiziaria.
"E' da quest'ultimo punto che siamo partiti", ha sottolineato Siciliotti. Il documento resta riservato ma i commercialisti non negano che le priorità contenute riguardano "il coinvolgimento dei professionisti nella conciliazione, la consulenza tecnica preventiva, la tutela degli incapaci, la certificazione delle dichiarazioni dei redditi nei casi di separazione e divorzio e la costituzione di società di lavoro professionale, con reddito suddiviso in base all'apporto intellettuale dei soci e patrimonio gestito secondo le regole del capitale finanziario".

"Ci siamo impegnati per un documento unitario - spiega Piccoli - ma alla fine si è ritenuto più conveniente andare in autonomia per non forzare le singole esigenze. Tra le varie proposte di deflazione giudiziaria ci rendiamo disponibili per la conciliazione preventiva, ad assumere un ruolo nella procedura esecutiva della giurisdizione fallimentare e nei casi di separazione".

Sul fronte dell'organizzazione della professione Piccoli apre all'associazionismo. "Vorremmo ragionare con il ministro sul tema delle associazioni notarili", già previste dall'articolo 82 della legge professionale per notai dello stesso distretto. "Oggi le associazioni interessano il 15% dei notai - dice Piccoli - ma la crisi spinge verso le aggregazioni, che andrebbero sostenute, anche fiscalmente". All'estero i notai si associano anche con avvocati e commercialisti. "Troppo presto - risponde Piccoli - per i rischi di conflitto di interesse. Ma non ho pregiudiziali a confrontarmi anche su questa ipotesi".

"Il testo di riforma dell'avvocatura sarà consegnato al Guardasigilli entro fine mese" promette Guido Alpa. Che si dice ottimista anche su un'intesa in tempi stretti sull'impianto della procedura disciplinare (con una fase istruttoria affidata all'Ordine locale del legale "sotto procedura" e una giudicante a un collegio esterno): "sono certo che prevarrà la linea del buon senso".

Fonti (3 febbraio 2009)
IlSole 24 Ore - Riforma, gli Albi vanno da soli - L. Cavestri p.27