mercoledì 4 febbraio 2009

ALBO UNICO: UN ANNO DOPO: dal sondaggio di Bologna emerge un profondo disallineamento tra dottori e ragionieri

Presentati alla Sede dell’Ordine di Bologna i risultati dell’indagine “Albo Unico: un anno dopo”, commissionata dall’Ordine di Bologna al Dott. Tommaso Di Nardo, dell’Istituto di Ricerca dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

In quello che è stato il primo bilancio dell’Albo Unico dopo la sua istituzione, è stato sottoposto agli oltre duemila iscritti di Bologna un questionario per indicare aspettative, punti di forza e di debolezza, minacce e opportunità.

I risultati più significativi emersi dell’indagine riguardano il giudizio generale sull’unione degli Albi e l’individuazione di possibili minacce o opportunità scaturite dalla nuova professione unica, ed in entrambi i campi, le differenze tra dottori commercialisti e ragionieri sono evidenti.

Per il 46% del campione l'operazione albo unico è considerata "Un'operazione di carattere tecnico-giuridico-amministrativo inevitabile dopo la riforma dei titoli di studio" che, come è noto, rappresenta l'incipit fondamentale dello stesso processo di unificazione. Per il 32% del campione è stata "Un'operazione lungimirante che tende a rafforzare la professione economico-giuridico-contabile" e per il 16% è stata "Un'operazione dannosa per la professione economico-giuridico-contabile". Anche in questo caso le risposte disaggregate risultano particolarmente disallineate: la percentuale di chi considera l'albo unico un'operazione lungimirante scende al 16% per i dottori e sale al 59% per i ragionieri, mentre la percentuale di chi considera l'albo unico un'operazione dannosa sale al 22% per i dottori e scende al 5% per i ragionieri.

Ancora più critico il divario tra dottori e ragionieri sulla domanda relativa alla principale minaccia derivante dall'albo unico: il campione ha indicato nella misura del 39% la "Possibile fusione delle casse". Il dato, però, è determinato dai dottori con la maggioranza assoluta, il 58%, mentre dai ragionieri solo nella misura del 10%.

Risulta palese, dunque, il diverso approccio al tema dell'albo unico da parte dei dottori e dei ragionieri.

"Un'indagine del genere non poteva ignorare il tema della fusione delle casse previdenziali che il progetto albo unico ha lasciato aperto – commenta il dott. Di Nardo -. Per i ragionieri si tratta del principale punto di debolezza dell'albo unico, mentre per i dottori si tratta della principale minaccia. Il tema della fusione delle casse sovrasta ampiamente altre tematiche pure delicate come quella relativa alla permanenza dei c.d. fuori albo, all'abolizione degli ordini, al sovraffollamento del mercato o all'evoluzione della professione in termini di competitività".