mercoledì 7 maggio 2008

Pubblicazione dei redditi in rete - L'analisi di Gianfranco Barbieri

Di seguito pubblichiamo l'analisi del dott. Gianfranco Barbieri, ispiratore del movimento Informati per Scegliere e consigliere dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna, sulla recente decisione del Ministro Visco di rendere disponibili in rete i 740 dei contribuenti italiani e sulla conseguente posizione che la categoria dei dottori commercialisti dovrebbe tenere:

"Cari Colleghi,

desidero con la presente sintetizzare il mio personale pensiero riguardo alla questione “pubblicazione dei redditi di tutti i contribuenti” ed alle possibili azioni che il nostro Ordine potrebbe intraprendere in risposta.
Trovo riprovevole l’iniziativa dell’ex viceministro Visco, e tuttavia contesto non tanto l’atto in sé, dal momento che la trasparenza non è mai un peccato, quanto piuttosto le modalità, la tempistica, i prevedibili effetti negativi, che lo rendono a mio avviso biasimevole.
Tuttavia il danno è stato fatto e non resta che prenderne contezza.

Sono contrario ad iniziative giudiziarie di qualunque natura e verso qualunque parte di questa vicenda, in quanto trovo che una tale condotta non farebbe che alimentare nell’opinione pubblica la convinzione di aver a che fare con una categoria professionale opaca che sta dalla parte degli evasori. Le pur motivate argomentazioni in punta di diritto passerebbero sicuramente in secondo piano rispetto alla percezione della motivazione di mera opportunità “di casta”. Lascerei per questa ragione l’iniziativa in merito all’accertamento delle responsabilità civili e penali in capo alle istituzioni competenti, che se ne stanno già interessando.

Sono invece pienamente a favore di qualunque attività volta a diffondere e far conoscere la posizione della categoria, tanto per sensibilizzare l’opinione pubblica, quanto più specificamente con un messaggio chiaro e rassicurante verso i nostri clienti.
A questo scopo si possono realizzare comunicati stampa, interviste, pagine a pagamento sui principali quotidiani nazionali.

Preso atto che, pur se avviato con un colpo di mano, il processo di pubblicazione delle informazioni sui redditi difficilmente sarà reversibile, visto anche il gradimento generale riscontrato nell’opinione pubblica per le ragioni più disparate, dovremmo cercare di individuare dei paletti da proporre per evitare degenerazioni e derive del sistema (pericoli oggettivi per la sicurezza, caccia alle streghe, atti diffamatori, voyeurismo fiscale, incentivo all’evasione o alla costruzione di casseforti di famiglia...).

Una proposta concreta per far riconoscere la nostra categoria come “portatrice di soluzioni” potrebbe essere quella di rendere sì disponibili questi dati (discutendo su quanti e quali) ma solo a soggetti che si sono previamente identificati, sanzionando la diffusione con qualunque mezzo di tali informazioni. Quindi proseguiamo sulla strada della trasparenza rendendo “tracciabile” anche chi sia interessato a visionare quei dati, come già avviene per l’accesso alle banche dati online che prevedono un meccanismo di identificazione degli autori delle richieste. In questo modo sarebbe tutelata la trasparenza del sistema ma il contribuente interessato avrebbe anche strumenti agevolmente esperibili per tutelarsi da atti di diffamazione (facilmente documentabili), nonché da reati contro la persona o il patrimonio.

Nell’auspicio che, nell’interesse di tutti, condividiate la posizione espressa e vorrete evitare altre crociate giustizialiste che sicuramente non hanno migliorato la nostra immagine (avrete notato che i giornali colpiti dal provvedimento del Garante Privacy non perdono occasione per sbattere in prima pagina questo o quel Collega, enfatizzando puntualmente la qualifica di “commercialista”...), vi saluto cordialmente.

Gianfranco Barbieri"




Caro Gianfranco,
sono d'accordo con te circa l'inutilità di qualsivoglia iniziativa giudiziaria (come peraltro già affermato in occasione della pubblicazione dei redditi avvenuta l'estate scorsa) e circa la necessità di percorrere un cammino di trasparenza anche in questo campo, trasparenza che potremmo definire "sostenibile", cioè mediata dalla identificazione dei fruitori di tali dati. Mi sembra una proposta più che condivisibile.
Ferdinando Lombardo