lunedì 14 aprile 2008

Terzo ricorso al Tar Lazio contro l'Albo unico

Terzo ricorso presentato dall'avvocato Antonio Baldassarre al Tar del Lazio per bloccare l'albo unico tra ragionieri e dottori commercialisti. Dopo un primo tentativo, con il quale si chiedeva la sospensione delle elezioni locali, e un secondo contro la validità dell'elezione del Consiglio nazionale del 30 novembre 2007 (entrambi ancora da dscutere dai giudici amministrativi), Baldassarre è tornato all'attacco con un ricorso depositato il 15 febbraio scorso. Il legale, su mandato dell'Ordine dei dottori commercialisti di Verona, nel nuovo atto entra nel merito della questione dello status professionale e formativo delle due categorie, sostenendo che le differenze sono tali da non consentire una fusione, se non sollevando un dubbio di natura costituzionale. Ragione che ha convinto Baldassarre a chiedere che sia proprio la Corte costituzionale (che il legale in passato ha presieduto) a dirimere il problema.
Nel ricorso, dopo aver elencato le caratteristiche giuridiche e tecniche delle due professioni e i punti dell'impianto normativo che ha consentito l'unificazione ("Palesemente illegittimo"), si sostiene che "le norme sono incostituzionali nella parte in cui equiparano, sotto il profilo della capacità di svolgere il medesimo esercizio professionale e di formare un medesimo consiglio, differenti categorie tra loro eterogenee tanto per titolo di studio e formazione, quanto per esperienze di lavoro e conoscenze acquisite". Baldassarre scrive che i ragionieri (non laureati) sono abilitati a svolgere un'attività "pratico-esecutiva", mentre i dottori si occupano di cose di "alta professionalità". Invece "il legislatore ha arbitrariamente optato per una promozione ope legis dei ragionieri al più alto livello".

18/04/2008 - Il Mondo, pag. 90